L'Editoriale
L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Due punti persi per i troppi esperimenti"
01.09.2022 23:46 di Napoli Magazine

NAPOLI - Un punto amaro, amarissimo, che ha il sapore della beffa. Contro il Lecce, al Maradona, era lecito attendersi una vittoria, ma così non è stato. Poca capacità di affondare il colpo decisivo, poca verve e poca fame sotto porta hanno prodotto una partita sterile, bloccata e per lunghissimi tratti poco piacevole. Eppure nel secondo tempo la sensazione che qualcosa potesse cambiare c'è stata grazie agli ingressi in campo di Lobotka e Zielinski. La domanda che un po' tutti si pongono, e che a dir la verita' mi hanno gia' posto nel tragitto di ritorno dal Maradona, è questa: era proprio necessario effettuare un cosi' massiccio turnover dopo appena 3 giornate di campionato? La risposta è chiaramente no, anche se in molti sostengono che alla luce del prossimo tour de force che attende il Napoli, tra Lazio e Liverpool, bisognava ruotare preventivamente alcuni uomini. Personalmente non condivido il concetto di "riposo" alla quarta partita di campionato, ma questo e' un mio pensiero. Io non sono un tecnico, e non intendo sostituirmi all'allenatore, ma vi posso dire come avrei agito: conoscendo lo stato di forma dei miei uomini, probabilmente, avrei puntato su coloro i quali avrebbero indirizzato la partita verso i tre punti sin da subito, prima di procedere con le 5 sostituzioni con il risultato gia' al sicuro. In sintesi: meno esperimenti, più certezze. I nomi di due elementi essenziali in questo momento, che avrei schierato dal primo minuto, li ho gia' fatti, per il resto credo che tutti abbiano notato lo stato di forma non ancora ottimale di Ndombele ed Olivera, oltre ad Anguissa che in tutta sincerità andava sostituito almeno una decina di minuti prima per l'ossigeno visibilmente esaurito nei suoi polmoni. Poi sono sempre curioso di capire il destino di Gaetano e Zerbin, dato che fanno parte della rosa. Passando invece alle piccole note positive, al di la' del duetto Politano-Elmas, un plauso a Meret per il rigore parato non glielo toglie nessuno. Ci mancherebbe. Sull'eurogol di Colombo, poi, non ha responsabilita', perche' nella circostanza i due centrocampisti centrali del redivivo 4-2-3-1 lo hanno lasciato colpevolmente libero di concludere. Ostigard meglio di Kim, ma sostanzialmente entrambi bene. Non una grandissima partita di Di Lorenzo, che non e' riuscito a dialogare in maniera incisiva con Politano. Troppa voglia di fare di Lozano, Raspadori e Kvara non ha sortito gli effetti sperati, considerando anche la presenza di Simeone nel finale per fare mucchio e la prestazione non proprio da incorniciare di Osimhen. Insomma, poteva e doveva andare diversamente. Resta il rammarico perche', mescolando diversamente le carte, forse sarebbe finita diversamente. Ne e' consapevole anche Spalletti, che nel post partita è parso particolarmente dispiaciuto per il magro risultato. La critica ci sta, come l'elogio quando tutto va bene. Ora si pensa alla prossima, in questo turbinio di gare, senza tirare troppo la corda.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 
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L'EDITORIALE - A. Petrazzuolo: "Due punti persi per i troppi esperimenti"

di Napoli Magazine

01/09/2024 - 23:46

NAPOLI - Un punto amaro, amarissimo, che ha il sapore della beffa. Contro il Lecce, al Maradona, era lecito attendersi una vittoria, ma così non è stato. Poca capacità di affondare il colpo decisivo, poca verve e poca fame sotto porta hanno prodotto una partita sterile, bloccata e per lunghissimi tratti poco piacevole. Eppure nel secondo tempo la sensazione che qualcosa potesse cambiare c'è stata grazie agli ingressi in campo di Lobotka e Zielinski. La domanda che un po' tutti si pongono, e che a dir la verita' mi hanno gia' posto nel tragitto di ritorno dal Maradona, è questa: era proprio necessario effettuare un cosi' massiccio turnover dopo appena 3 giornate di campionato? La risposta è chiaramente no, anche se in molti sostengono che alla luce del prossimo tour de force che attende il Napoli, tra Lazio e Liverpool, bisognava ruotare preventivamente alcuni uomini. Personalmente non condivido il concetto di "riposo" alla quarta partita di campionato, ma questo e' un mio pensiero. Io non sono un tecnico, e non intendo sostituirmi all'allenatore, ma vi posso dire come avrei agito: conoscendo lo stato di forma dei miei uomini, probabilmente, avrei puntato su coloro i quali avrebbero indirizzato la partita verso i tre punti sin da subito, prima di procedere con le 5 sostituzioni con il risultato gia' al sicuro. In sintesi: meno esperimenti, più certezze. I nomi di due elementi essenziali in questo momento, che avrei schierato dal primo minuto, li ho gia' fatti, per il resto credo che tutti abbiano notato lo stato di forma non ancora ottimale di Ndombele ed Olivera, oltre ad Anguissa che in tutta sincerità andava sostituito almeno una decina di minuti prima per l'ossigeno visibilmente esaurito nei suoi polmoni. Poi sono sempre curioso di capire il destino di Gaetano e Zerbin, dato che fanno parte della rosa. Passando invece alle piccole note positive, al di la' del duetto Politano-Elmas, un plauso a Meret per il rigore parato non glielo toglie nessuno. Ci mancherebbe. Sull'eurogol di Colombo, poi, non ha responsabilita', perche' nella circostanza i due centrocampisti centrali del redivivo 4-2-3-1 lo hanno lasciato colpevolmente libero di concludere. Ostigard meglio di Kim, ma sostanzialmente entrambi bene. Non una grandissima partita di Di Lorenzo, che non e' riuscito a dialogare in maniera incisiva con Politano. Troppa voglia di fare di Lozano, Raspadori e Kvara non ha sortito gli effetti sperati, considerando anche la presenza di Simeone nel finale per fare mucchio e la prestazione non proprio da incorniciare di Osimhen. Insomma, poteva e doveva andare diversamente. Resta il rammarico perche', mescolando diversamente le carte, forse sarebbe finita diversamente. Ne e' consapevole anche Spalletti, che nel post partita è parso particolarmente dispiaciuto per il magro risultato. La critica ci sta, come l'elogio quando tutto va bene. Ora si pensa alla prossima, in questo turbinio di gare, senza tirare troppo la corda.

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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